di ANDREA ROSSI
CHIARAVALLE È l’ultima possibilità per cancellare nove mesi in cui le amarezze sono state di gran lunga superiori alle gioie. È l’appuntamento che non si può mancare. Fabio Favi, di ritorno da Rimini in cui è stato impegnato con i ragazzini del 2009 e in procinto di affrontare un’altra partita con quelli del 2008, al Comunale Dei Pini, trova il tempo per rispondere alle nostre domande, tra una galleria e l’altra dell’A14.
Fabio, innanzitutto complimenti per questo tuo continuo prodigarti tra una partita e un’altra. Come fai?
“Non mi pesa affatto, mi diverto, del resto ci sono abituato, l’ho fatto per quattro anni a Jesi con la Junior. Se affronti l’impegno con lo spirito giusto, tutto diventa più agevole. Finora sono riuscito a conciliare tutto, tranne nel caso in cui si giochino due partite in contemporanea, perché ancora non riesco a sdoppiarmi. È veramente un piacere seguire i ragazzi”.
E invece allenare gli adulti come è?
“Sono due situazioni diverse. L’approccio con i ragazzi è prevalentemente educativo, occorre istruirli, far capire loro che ci sono regole, lì la soddisfazione sta tutta nel prenderli a una certa età e portarli a un certo livello. I grandi queste cose le hanno interiorizzate, anche se la mentalità è cambiata rispetto a diversi anni fa. Con i grandi ci sono altri tipi di problemi, ma sono entrambe sfide entusiasmanti. Per quel che mi riguarda, feci una scelta precisa quattro anni fa, quella di dedicarmi ai ragazzi, poi quest’anno ci siamo trovati in una situazione particolare e mi è stato chiesto di dare una mano. Sono di Chiaravalle, la Biagio è stata la squadra che mi ha lanciato, non potevo dire di no e ci ho messo la faccia”.
E adesso siamo tutti con te. Ci attende questo spareggio, che presenta analogie e differenze rispetto a quello di quattordici anni, quando sotto la tua guida affrontammo il Montegiorgio. Oggi come allora partiamo da una situazione di svantaggio, oggi come allora affrontiamo una squadra che ha totalizzato parecchi punti più di noi. La differenza è che allora il Montegiorgio arrivò con il fiato corto al playout, invece questo Porto Sant’Elpidio sembra essere proprio in forma…
“Tutto giusto. L’impresa di Montegiorgio peraltro la ricordo molto bene, perché ero in campo e sarebbe bellissimo essere in campo anche stavolta anziché in panchina, ma purtroppo l’età anagrafica non me lo consente. Loro partono con i favori del pronostico, sono in un buon momento, tanto di cappello a Ottavio Palladini che con una squadra giovane e un budget modesto ha fatto un gran lavoro. Nelle ultime settimane hanno conseguito risultati importanti, vincendo anche in trasferta contro la Sangiustese, estromettendola dai playoff. Noi però non partiamo battuti. Se ci troviamo a giocarci tutto in questa partita è evidente che qualche problema squadra e società l’hanno accusato, questa è una cosa ovvia, non certo un discorso per cercare alibi. In questi ultimi quindici giorni abbiamo lavorato proprio su quello che è mancato. I ragazzi sanno che rappresentano tutta una città, sanno che indossano una maglia che non è una maglia qualsiasi e sanno soprattutto che devono dare il massimo per loro stessi, per la società e i tifosi, che nonostante i risultati poco entusiasmanti ci sono sempre stati vicini. Ho detto loro che dobbiamo uscire dal campo a testa alta e con una prestazione degna della Biagio, che domenica non basta dare il 100%, occorre dare ancor di più, perché abbiamo la grande occasione di cancellare nove mesi in 90-120 minuti. Sarà dura, ma tutti insieme possiamo farcela”.
Il fatto di avere incontrato gli avversari recentemente può essere un vantaggio o uno svantaggio?
“Non saprei. Ogni partita ha una sua storia e anche il peso della partita riveste grande importanza. In quell’occasione (l’8 maggio scorso) loro partirono molto forte e noi, al contrario, molto molli. Ecco, se dovessimo pensare di ripetere quella stessa partita non ci muoveremmo da Chiaravalle. Il calcio però non è una scienza, per cui partendo proprio dagli errori commessi allora cercheremo di far meglio”.
Senti Fabio, noi abbiamo ancora quest’ultima possibilità, ma è giusto che rischi una squadra che è arrivata sestultima?
“Non so se sia giusto o meno. Loro hanno fatto meglio di noi e noi siamo arrivati terzultimi, questo è un fatto. Ci sono regole, fatte da persone che hanno il potere di deliberare, ci piacciano o meno dobbiamo rispettarle. Tutta la vita è fatta di regole. Avrei detto la stessa cosa anche a parti invertite, del resto anche i playoff hanno finito per penalizzare il Fossombrone, che non è andato in finale ma che contava su un piazzamento migliore rispetto alla Jesina e che tra l’altro avrebbe anche potuto spuntarla sulla Vigor se non avesse avuto gli impegni di Coppa. Con ciò non sminuisco certo il valore della Vigor, alla quale ho fatto i complimenti”.
La squadra come sta? Come si presenta a quest’appuntamento decisivo?
“Sono tutti disponibili, tutti si sono allenati con intensità. L’unico in dubbio è Marini, che accusa un leggero problema alla caviglia che lo infastidisce da tempo. È convocato, ma non so ancora se sarà della partita, decideremo dopo la rifinitura di sabato mattina”.
Fabio, ti lascio all’impegno con i ragazzini. Noi con te, tu con noi. Sei già nella storia centenaria della Biagio, riuscissi in quest’altro miracolo sportivo, dopo quello del 2008, lasceresti una traccia indelebile…
“Io darò tutto, i ragazzi anche!”
Con la carica suonata da Fabio Favi rinnoviamo l’appuntamento per domenica alle ore 16.30, allo stadio “Ferranti” di Porto Sant’Elpidio. Arbitrerà l’incontro Federico Batini della sezione di Foligno, assistito da Stefano Allievi e Nicolò Raschiatore, entrambi della sezione di S. Benedetto del Tronto.
Per quest’ultimo appuntamento della stagione la società invita caldamente gli sportivi chiaravallesi a seguire la squadra. Il biglietto, al prezzo di 10 euro, è reperibile già da venerdì fino alle ore 19 presso il “Biagio bar” e per tutta la giornata di sabato presso il bar “Piccadilly” di Corso Matteotti.
Forza ragazzi!